LA MANIPOLAZIONE DELLA MENTE MINA L’ESSENZA DELL’UMANITÀ

Feb 7, 2024 | MASSONERIA, TRANSUMANESIMO

di Silvano Danesi

“La manipolazione della mente tramite wetware solleva questioni etiche che la società deve affrontare”. A dirlo è Luciano Floridi, filosofo italiano naturalizzato britannico, professore ordinario di filosofia ed etica dell’informazione presso l’Oxford Internet Institute dell’Università di Oxford, dove è direttore del Digital Ethics Lab.

A citarlo sono Pierguido Iezzi e Andrea Vento sul numero 11/2023 di Limes in un articolo che affronta il tema sul quale si può giocare il confine tra l’essere umano e il bamboccio robotizzato transumano.

Wet significa bagnato, ma per estensione anche organico e il wetware riguarda gli articoli informatici che si avvalgono delle biotecnologie: un mondo che riguarda da vicino il cervello umano, la sua integrità e, conseguentemente, l’integrità della libertà individuale, della coscienza, del libero arbitrio.

“In questi ultimi anni – scrivono Pierguido Iezzi e Andrea Vento – dall’epidemia alla guerra, passando per la crisi energetica, le innovazioni in materia di biotecnologie, digitalizzazione, applicazioni aerospaziali sono state enormi, finanche epocali”.

Ecco: epocali è il termine giusto.

Siamo sul crinale della montagna: o si sta dalla parte dell’essere umano o si sta dalla parte del bamboccio robotizzato.

Scegliere di stare dalla parte dell’essere umano significa attrezzarsi, con tutti i mezzi leciti possibili, a contrastare una deriva transumanista, riportando, senza essere luddisti, l’innovazione tecnologica nell’ambito della salvaguardia dell’essere umano naturale.

Robert Wallace Malone, medico e biochimico americano, i cui lavori si sono concentrati sulla tecnologia dell’mRNA, sui prodotti farmaceutici e sulla ricerca sul riutilizzo dei farmaci, durante la pandemia COVID-19 ha promosso la disinformazione sulla sicurezza e l’efficacia dei vaccini.

Pentito, Malone, in un’intervista a Marina Pastorelli de La Verità, a proposito della pandemia e dell’utilizzo dei vaccini afferma: “Ci hanno raccontato falsità e hanno avviato una propaganda su scala mondiale, che per influenzare i comportamenti pubblici ha fatto ricorso a tecniche psicologiche di tipo militare”.

Da tempo, su questo giornale, denunciamo la psycological operation utilizzata in tempo pandemico e anche successivamente per nascondere la verità, addomesticare le masse e condurle, con green pass e altri strumenti, verso una deriva di controllo sociale da dittatura.

Ora, come risulta dall’analisi dei due autori della rivista Limes, siamo ben oltre.

Con vari esperimenti si tenta di fare interagire “in tempo reale la mente umana con l’intelligenza artificiale (Ai): un progetto futuristico che, tuttavia, potrebbe portare ad hackerare il cervello umano “tramite interfacce neurali o a manipolare il dna di soldati e cittadini”.

Il wetware, dicono i due autori di Limes, “permette di superare i limiti dell’interazione uomo-macchina, integrando il cervello stesso nei sistemi cibernetici”.

C’è di più. Siamo ormai ben oltre la psycological operation.

“Uno dei progetti americani di punta sulla connessione cervello macchina – scrivono Pierguido Iezzi e Andrea Vento – è il Next-Generation Nonsurgical Neurotechnology (N3), finanziato dalla Defense Advanced Research Project Agency (Darpa). L’obiettivo è sviluppare interfacce neurali in grado di connettere il cervello umano con computer e sistemi tecnologici senza chirurgia. Attraverso l’utilizzo di segnali ottici e acustici, il progetto N3 punta a leggere e scrivere informazioni neurali da e verso il cervello in modalità non invasiva e bidirezionale”.

L’obiettivo finale, scrivono i due autori di Limes “è arrivare a una comunicazione wireless ad alta risoluzione tra mente e macchina”.

E’ del tutto evidente che, con una tecnologia del genere, ognuno di noi, se sottoposto a segnali ottici e acustici, può essere influenzato, direzionato, inibito, compromesso nella sua stabilità mentale, sottomesso, ridotto ad un bamboccio che esegue copioni decisi da altri.

In Cina con un metodo chiamato Crispr si punta a modificare geneticamente embrioni umani, “con l’obettivo di creare soldati con capacità fisiche e cognitive superiori”.

Ed eccoci al punto focale di tutta questa storia. “Mentre tutti parlano di intelligenza artificiale – scrivono Pierguido Iezzi e Andrea Vento – in realtà siamo già oltre. Siamo entrati nell’era dell’uomo potenziato dalla tecnologia, della fuzione tra materia biologica e artificiale”.

Con un gioco di parole tra ware e war, ossia tra articoli e guerra, si passa rapidamente dal wetware al wetwar, ossia all’utilizzo bellico.

Tuttavia ciò che importa non è tanto il confine tra bellico e civile, ma quello tra umano e transumano, tra libertà e sottomissione.

Qui si apre la grande questione delle élite tecnocratiche, che intendono comandare il mondo e delle democrazie, che dovrebbero difendere l’incolumità dei cittadini, la loro libertà, la loro individualità.

Siamo davvero ad un passaggio epocale.

Una delle questioni aperte riguarda il tentativi di istaurare un governo mondiale.

A fronte di quanto sta avvenendo è più che mai necessario che esistano Stati sovrani, confini certi, democrazie che resistono.

Uno degli esempi più pericolosi, oggi, riguarda l’Organizzazione Mondiale della sanità, ormai chiaramente eterodiretta da Bill Gates e dalle multinazionali del farmaco, che vorrebbe imporre la sua autorità agli Stati.

Qui la battaglia da fare, senza se e senza ma, è impedire che ciò avvenga, rivendicando agli stati la sovranità di presiedere alla salute dei cittadini, sulla base di leggi votate da parlamenti democraticamente eletti.

Esiste, però, una questione di fondo, che riguarda tutte le organizzazioni civili, iniziatiche, religiose che, a vario titolo, si interessano all’essere umano in quanto dotato di anima e di spirito.

Questa è l’ora di uscire dall’apatia e dal silenzio e di condurre una battaglia serrata per stabilire dei confini invalicabili alla sperimentazione di strumentazioni tecnologiche che mettono in discussione la sacralità della vita umana e della libertà dei singoli individui.

In questo contesto la Massoneria, che fa della libertà e della libera conoscenza le sue linee guida, al servizio dell’Umanità, non può esimersi da mobilitare tutte le sue forze intellettuali per riportare la discussione sul terreno della Tradizione che indica nell’essere umano il soggetto sacro ed inviolabile al quale fare riferimento, in base ai criteri naturali.

Il silenzio delle istituzioni iniziatiche, in questa temperie di cambiamento epocale, è oltre che incomprensibile, colpevole e profanizzante.

Quando c’è di mezzo la libertà ogni eteria iniziatica che si consideri tale deve mettere in campo tutta la sua capacità cognitiva e di analisi per scongiurare che l’Umanità si trasformi in una insieme informa di bambocci robotizzati da una élite che si autoproclama composta da aristos, da migliori, mentre è solo una tracotante congerie di paranoici che si ritengono la nuova razza superiore. Vecchia storia anche questa, già vista anche nel secolo scorso.

Silvano Danesi

Silvano Danesi

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