MASSONERIA: CLUB SERVICE O SERBATOIO DI PENSIERO?

Mar 24, 2024 | MASSONERIA

di Silvano Danesi

La domanda è: per quale motivo noi occidentali, che abbiamo qualche millennio di cultura sulle spalle, abbiamo dato credito a idiozie autentiche come la fine della storia o l’eternarsi del corpo attraverso le conquiste tecnologiche?

Cosa è accaduto negli ultimi trent’anni di così grave da mettere l’intero Occidente in un manicomio dove è stato dato credito a ideologie folli, ad analisi senza senso, a pratiche politiche degne di stati totalitari?

Come è possibile che si sia dato retta a Francis Fukuyama, fino a farlo diventare una sorta di profeta, quando asseriva la fine della storia, tesi in base alla quale il processo di evoluzione sociale, economica e politica dell’umanità avrebbe raggiunto il suo apice alla fine del XX secolo, snodo epocale a partire dal quale si sarebbe aperta una fase finale di conclusione della storia in quanto tale?

Fukuyama è stato un consulente della Rand Corporation e del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

Dire quello che ha detto Fukuyama è sostanzialmente una baggianata, in quanto la storia dell’umanità finirà quando finirà l’umanità, così come è cominciata quando è iniziata la presenza sul pianeta dell’umanità.

Immaginate un geniaccio che all’epoca di Cesare Augusto avesse scritto che l’evoluzione dell’umanità era giunta al suo apice e che la storia sarebbe finita esattamente allora. Ne rideremmo come si ride di uno stravagante signore probabilmente innamorato a tal punto dell’età augustea da confonderla con l’apice dell’evoluzione. Poi sono arrivati il “barbari”, il Medioevo, il Rinascimento, e via discorrendo.

Fine della baggianata.

Confondere l’avvento del globalismo, proiezione dell’America e del suo modello di vita, con la fine dell’evoluzione e della storia è quanto meno paradossale. Meglio: è una baggianata.

La situazione peggiora se prendiamo in esame una delle più grandi idiozie, ossia l’idea che possiamo eternarci con il corpo grazie a soluzioni tecnologiche e, ovviamente, ad un adeguato portafogli, così da evitare di decennio in decennio l’incontro con l’entropia, che noi chiamiamo morte.

Si arriva a dire assurdità del tipo: “La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo adottata dalle Nazioni Unite dopo la seconda guerra mondiale – che è forse il documento più vicino che abbiamo a una costituzione mondiale – stabilisce in modo categorico che il “diritto alla vita” è il valore fondamentale dell’umanità. Poiché la morte rappresenta una chiara violazione di questo diritto, la morte è un crimine contro l’umanità, e noi dovremmo dichiararle una guerra senza quartiere”. Come baggianata non è male.

Noi umani dichiariamo guerra all’entropia, ossia ad una legge che governa l’universo e ne scandisce il tempo, in base ad una dichiarazione delle Nazioni Unite. Si capisce che siamo in presenza di un’assurdità? E perché le abbiamo dato credito? Che facciamo? Portiamo la morte davanti alla Corte dell’Aja?

Volete un’altra perla? Eccola: “Per ogni problema tecnico esiste una soluzione tecnica. Non abbiamo bisogno di aspettare il “secondo avvento” per sconfiggere la morte. Un paio di nerd in un laboratorio è in grado di farlo. Se tradizionalmente la morte era materia per preti e teologi, adesso se ne stanno appropriando gli ingegneri e gli scienziati. Essi asseriscono che chiunque possieda un corpo in buone condizioni di salute e un altrettanto robusto conto in banca nel 2050 avrà parecchie possibilità di raggiungere l’immortalità sfuggendo alla morte un decennio alla volta”.

Queste amenità, vere e proprie baggianate, sono state scritte da Yuval Noah Harari, nel suo Homo deus, nel 2015. Lui è uno che predica al World Economic Forum, quello di Davos, dove si produce la spremitura di cervello volta a impoverirci e a massificarci: gregge di pecore da tosare.

Chi pensa che il nostro corpo può essere reso eterno e che possiamo essere dèi in carne ed ossa è semplicemente folle, in quanto non c’è alcuna possibilità, non solo per gli umani, ma per qualsiasi cosa esista nell’universo, di non soggiacere, prima o poi, alla legge dell’entropia.

Nel frattempo (non è imminente, non agitiamoci), la Terra sarà ingoiata dall’esplosione del Sole, la galassia nella quale abitiamo si fonderà con Andromeda e ci saranno sconvolgimenti inimmaginabili.

Chi si salva? Qualche idiota miliardario che pensa con il portafogli gonfio di comprare l’entropia e di assoggettarla alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite?

Come hanno potuto gli occidentali nell’ultimo trentennio dare credito ad una montagna di baggianate delle quali quella elencate sono solo due esempi?

Perché non siamo in grado di mandare alle ortiche, per essere gentili, chi racconta delle baggianate senza alcun senso? Noi occidentali, che abbiamo avuto fior di filosofi, di storici, di artisti, di musicisti diamo credito a baggianate senza senso, messe in circolo da un circo mediatico impazzito. Perché?

Scrive Angelo Tonelli: “Nella nostra epoca – contrassegnata dal trionfo della tecnica e della scienza sempre più saldate in un binomio che esalta la dimensione della razionalità funzionale – è già in atto una scissione dell’interiorità, che è destinata a crescere esponenzialmente con la rivoluzione cibernetica in corso di intensificazione, rivoluzione che costringe e costringerà sempre di più gli umani a potenziare il “pensiero meccanico”, ovvero un lógos riduttivo e segmentato, privato del suo respiro cosmico, a tutto svantaggio di quella che Jung chiamava anima, e di quello che i Greci chiamavano noûs. […]. In altri termini, in Occidente e nel resto del mondo assoggettato al modello occidentale, si è assistito nel corso della storia e negli sviluppi delle cultura, ovvero della mente collettiva, a un progressivo “furto d’organo”: ovvero a una castrazione antropologica dell’umanità, vale a dire all’amputazione del centro più profondo degli individui che li connette all’armonia segreta del cosmo. Ciò è avvenuto attraverso il silenziamento, o la caricatura o la ghettizzazione di tutte le esperienze mistiche, iniziatiche, sapienziali ben radicate nel nostro Occidente greco e magnogreco, a sua volta originariamente connesso con il sostrato sciamanico e sapienziale eurasiatico”.[1]

Sono oltre trent’anni che l’Occidente è diventato un manicomio gestito da paranoici che producono pazzie. Sono oltre trent’anni che siamo entrati nel manicomio che va dalla Silicon Valley a Palo Alto, al radical chic della sinistra Usa e che ha il suo corrispondente europeo a Davos, dove si tiene il World Economic Forum.

L’Occidente si è trasformato in un manicomio green, woke, autolesionista, masochista, animato da cupio dissolvi, corroso da ideologie demenziali.

Qui arriviamo ad un’altra domanda. Dove è finita la Massoneria?

La Massoneria, nei secoli, ha accompagnato, e in parte sostanziato, la ricerca filosofica, storica, artistica, culturale in genere dell’Occidente, traendo alimento da antiche radici alle quali si richiama negli Old Charges, nei quali si fa riferimento a Euclide, Pitagora, Ermete Trismegisto, ossia alla scienza matematica e geometrica, basata sulla ragione, alla capacità intuitiva nel noûs (intuizione profonda, occhio dell’anima), tipica del pitagorismo e alla tradizione egizia, dove scienza, intuizione, prospettiva escatologica e ritualità si intrecciano e si fondono in un mirabile insieme. Retaggio ben diverso dai landmarks commissionati ad un prete protestante agli inizi del ‘700.

La Massoneria nei secoli è stata uno dei think tank (serbatoio di pensiero) che ha fornito all’umanità uomini di Stato, artisti, scrittori, poeti, musicisti, storici, filosofi, strateghi, scienziati, i quali si sono formati nel percorso iniziatico volto alla conoscenza, che non è solo logica computistica assemblante dati, ma esercizio del noûs, del pathos che conduce al máthos (consapevolezza-conoscenza), che si avvale del thymos, dell’anima emozionale, perché conoscenza è soprattutto esperienza.

Dov’è oggi il serbatoio di pensiero massonico? Che fine ha fatto?

E’ possibile che, come diceva Mauro, un caro amico, oggi all’Oriente eterno, figlio di un massone e massone di lungo corso, che la Massoneria sia ridotta a una riunione dove degli individui vestiti da pinguini squadrano il Tempio, sentono la lettura dei comunicati dei vari livelli del governo dell’Ordine e poi vanno a cena?

Se è così il serbatoio di pensiero è ridotto a un club service, ma si seconda serie, perché ci sono club service di prima qualità, come i Lions e i Rotary, che fanno benissimo il loro mestiere.

Ecco la domanda. Di fronte al declino manicomiale dell’Occidente, in mano a dei giocolieri impazziti, cosa fa la Massoneria? Assiste immobile, dato il mortal sospiro, o tenta di ricostituirsi serbatoio di pensiero?

Ai posteri l’ardua sentenza.

 

[1] Negli abissi luminosi: Sciamanesimo, trance ed estasi nella Grecia antica.” di AA.VV., Angelo Tonelli

Silvano Danesi

Silvano Danesi

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