MASSONERIA, I NODI DELLA TRADIZIONE (2)

Lug 6, 2025 | MASSONERIA, ORDINE

di Silvano Danesi

Se la Massoneria ritiene di essere un’istituzione iniziatica che accoglie le tradizioni di conoscenza delle eterie iniziatiche che sono esistite e hanno operato nel corso dei millenni, non può essere un club inglese al servizio di Sua Maestà, il quale è anche a capo della Chiesa anglicana.

La Massoneria non è nata nel 1717 ad opera degli Hannover e i suoi fondamentali non sono le costituzioni redatte dal prete protestante presbiteriano scozzese James Anderson e dal ministro della Chiesa anglicana John Theophilus Desaguliers.

La Massoneria, per ritrovare sé stessa, deve fare i conti con i nodi della tradizione iniziatica.

Nodi celtici per giornale

Le qualificazioni, il tegolatore e il fosterage

Ci sono, riguardo ai nodi della Tradizione, questioni di metodo e questioni che riguardano i soggetti che possono essere iniziati.

Dobbiamo prestare molta attenzione al contenuto di ogni rituale, ossia all’apparato mitico, archetipico, simbolico che il rituale ci propone e ci invita a vivere, altrimenti, se non lo facciamo nostro, questo apparato si perde e con esso si perde il significato autentico del rituale, del quale non rimane altro che un guscio vuoto.

Un guscio vuoto produce gusci vuoti e questa realtà riguarda, in particolare, chi è deputato a verificare se chi intende entrare in Massoneria ne ha le qualità che, sia ben chiaro, riguardano l’inclinazione, la volontà, la disponibilità a cercare per conoscere,  l’assenza di pregiudizi nei confronti della conoscenza e il desiderio di raggiungere la conoscenza del proprio Sé (nucleo essenziale intelligente e cosciente) e conoscere la verità, intesa come orthothes, esatta corrispondenza, con la ragione e la verità, intesa come aletheia, con l’intuizione, con uno sguardo noetico, aprendosi al suo disvelarsi.

Si tratta anche di capire se chi vuole entrare lo fa per lustrarsi della quadreria di famiglia. Mozart era massone, ergo essendo massoni si partecipa del genio mozartiano.

Oppure, se, come dice Guido Tonelli, è disposto ad essere un “esploratore dell’immaginario”.

“Artisti e scienziati, quei visionari che cambiano per sempre il linguaggio dell’arte o della scienza – scrive Tonelli – fanno parte della stessa pattuglia di “esploratori dell’immaginario”. Individui che ci consentono di costruire una visione più precisa e dettagliata del mondo che ci circonda, o di realizzare nuovi simboli, capaci di tenere assieme, con più forza, la fragile comunità umana”. (da “L’eleganza del vuoto: di cosa è fatto l’universo” di “Guido Tonelli”).

Oppure se è disposto, popperianamente, a mettere in discussione tutto quanto ha conosciuto fino a qual momento, a fronte di una nuova acquisizione.

Oppure, ancora, se è disposto a combattere per salvaguardare l’essenza dell’umanità dai tentativi di distruggerne l’essenza triadica: corpo, anima, nucleo essenziale intelligente e cosciente (Sé).

E ancora. Se è disposto a combattere per garantire la dignità dell’essere umano in tutte le sue manifestazioni.

Se il tegolatore è un esperto di gusci vuoti, sarà un pessimo tegolatore. Se il tegolatore ha ben inteso il rituale sarà un buon tegolatore.

Come scrive Sergio Donadoni nella prefazione alla miscellanea: “Testi religiosi egizi”, edita dalla Utet, per gli Egizi e, quindi, anche per i Massoni, che si ritengono eredi di quella cultura, “il valore del rito è spesso chiuso nel rito stesso, e rappresenta un’esperienza per cui ai partecipanti tutto assume naturalmente un senso immediato, la cui chiave è assai di rado nel testo”. Il rituale, prosegue Donadoni, è inteso a “dare reali e profonde radici entro una risonanza cosmica o mitica al singolo fatto” e a “gettare una sonda entro l’essenza stessa delle cose”, a “manifestare rapporti immanenti”.

Prestare attenzione e cura al rito è, pertanto, essenziale, così come è essenziale una corretta tegolatura di chi intende essere iniziato.

Tegula deriva da tegere, coprire, dalla radice tag=stag che è nel sanscrito stag-âmi, copro e donde anche il greco stégô, copro, proteggo.

Il Tegolatore, pertanto, deve coprire e proteggere, così come la tegola forma il tetto che copre il Tempio. Tuttavia il tetto del Tempio è il cielo stellato e, pertanto, questo coprire, proteggere, ossia mettere tegole, è costruire un tetto celeste; è porsi come costruttore di tegole siderali.

Il Tegolatore propone tegole celesti, delle quali è custode.

Un’ idea di cosa possa essere la capacità del tegolatore di capire se colui che intende essere iniziato ne ha le caratteristiche necessarie lo troviamo nell’opera dei druidi dell’antico mondo celtico, i quali, osservando i bambini nella loro prima fase di vita, ne comprendevano le inclinazioni e li indirizzavano alle famiglie di coloro che meglio avrebbero valorizzato.

Siamo in presenza dell’istituto fosterage celtico, in base al quale i giovani erano mandati presso la famiglia della persona che meglio poteva istruirli in base alle loro inclinazioni (esempio classico: da un arpista i giovani inclini alla musica).

Non c’era uno stacco dei bimbi dalla famiglia di origine, che continuava ad essere presente e in relazione, ma il maestro li tratteneva come figli e si stabilivano in tal modo fratellanze di mestiere molto simili a una parentela.

Del fosterage parla nel suo bel libro su San Colum Renata Zanuzzi, la quale scrive che le famiglie celtiche “sin dai più lontani tempi sono …. solite affidare i loro figli a genitori adottivi di altre tribù, in genere di rango superiore a quello d’origine, per favorire l’intreccarsi di alleanze e i matrimoni tra non consanguinei. Gli affidatari sono tenuti a farsi carico, per un piccolo compenso, dell’educazione dei fanciulli e delle fanciulle fino rispettivamente ai diciassette e quattordici anni. Il vincolo instaurato dura tutta la vita e i fratelli restano legati da salda amicizia. Tutti solidalmente parteciperanno al sostentamento dei genitori anziani”.

Nella cosiddetta massoneria operativa, l’ingresso dei vari componenti era ovviamente legato alla determinazione della qualità che il giovane futuro apprendista mostrava in relazione ad un mestiere che comportava abilità manuale, capacità di ragionamento, apertura alla conoscenza. Coloro i quali hanno costruito le cattedrali del Medio Evo, non erano solo degli scalpellini, ma persone dotate di straordinarie conoscenze architettoniche, artistiche, musicali, riassumibili, nelle famose Arti Liberali e di una conoscenza esoterica che vediamo trasferita nella ricca simbologia delle opere.

Nel decimo articolo del Poema Regius, non a caso significativamente si legge che non ci sia “maestro che soppianti un altro”, ossia che ogni maestro faccia la parte che gli spetta e che gli appartenenti alla corporazione “stiano insieme come fratello e sorella”. Successivamente, in altre istruzioni nel Poema Regius si legge che gli appartenenti alla corporazione devono amabilmente “servirsi l’un l’altro come si pensa per fratello e sorella”.

C’è, in quanto è scritto nel Poema Regius, una regola fondamentale: che non ci sia che un “maestro che soppianti un altro”.

Ogni funzione deve essere rispettata e quella del tegolatore è funzione di essenziale importanza.

Quella del tegolatore è un’arte. L’Arte di saper ascoltare e scrutare.

L’arte, dalla radice indoeuropea *ar, ha il significato profondo di andare, muoversi verso. Significato che da un valore diverso all’ascoltare, che non è più solo porre attenzione con l’orecchio e allo scrutare, che non è solo esaminare a fondo con il pensiero.

Se il tegolatore diventa un reclutatore, allora la Massoneria si trasforma, se tutto va bene, in un club di simpatici signori e signore che fanno sfoggio di scampoli di cultura. Ovviamente a questo punto la funzione del reclutatore è fondamentale, in quanto, a seconda degli obiettivi che si propone il club, non sicuramente di ricerca del proprio Sé, è possibile ogni tipo di deviazione e di infiltrazione.

Ed è su questo che è necessario, oggi più che mai, riflettere, in quanto gli agguati di forze esterne con intenzioni altre sono all’ordine del giorno.

Ritornare alla Tradizione, significa, in primo luogo selezionare chi intende percorrere la via massonica in base alla sue qualificazioni spirituali, escludendo ogni altro soggetto.

Silvano Danesi

Silvano Danesi

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