ECHI EGIZI E GNOSTICI NEL RITO SCOZZESE – LO STRANIERO

Giu 18, 2025 | MASSONERIA, RITO

Di Silvano Danesi

Il Grado detto «Cavaliere Eletto dei IX» è il sesto dei gradi Capitolari o «Rossi» del Rito Scozzese Antico e Accettato ed è il 9° se si considerano anche i tre gradi della Massoneria vera e propria, della quale il Rito Scozzese si considera la prosecuzione e il perfezionamento.

Nello schema sincretistico del Rito Scozzese Antico è Accettato, il 6° (9°) grado è, nella sua forma rituale esplicita e superficiale, un grado mistico-israelitico-salomonico-hiramitico.

Tuttavia, se si intende andare oltre la superficie, si intravvede un rapporto con la tradizione egizia.

Ad affermare l’origine egizia sono i rituali del 2° grado della Massoneria e del 1° (4°) grado del Rito.

Nel 1° (4°) grado l’Oratore, durante l’iniziazione, afferma: “È perché non conoscono la legge della necessità di iniziazioni successive, che molti rimangono estranei al vero sentimento dell’arte o della scienza vera. Qui si manifesta la saggezza della Massoneria; essa è la sola che agisca sui suoi adepti con una lunga serie di iniziazioni, secondo il procedimento dei sacerdoti dell’Egitto, di cui riconosce l’insegnamento come il punto di partenza. Questo procedimento fu anche quello delle grandi Scuole filosofiche dell’antichità. Fu quello delle valenti Corporazioni di Maestri d’Arte che, durante il Medio Evo, conservarono, nel mistero delle loro Logge, la libertà di pensiero, allora impossibile a praticarsi pubblicamente”.

Va ancora una volta ricordato che la Massoneria ha tre gradi (Apprendista, Compagno e Maestro) e che i riti non sono propriamente la Massoneria, anche se ad essa si richiamano.

La culla egiziana e delle grandi scuole filosofiche.

Il riferimento del 1° (4°) grado non è solo alla sacerdotalità egizia, ma anche alle grandi Scuole filosofiche dell’antichità (Riti eleusini, Riti dionisiaci, Scuola Pitagorica, ecc.).

Che la Massoneria sia figlia dell’Egitto all’iniziato era già stato detto nel 2° Grado (Compagno d’Arte”) durante il Rituale di iniziazione: “L’Architettura ebbe la sua culla in Egitto, paese originario della Libera Muratoria. Questi saggi furono i nostri illustri predecessori che ci trasmisero il titolo di Massone, del quale tanto ci onoriamo”.

Sempre nel 2° Grado (Compagno d’Arte) nel Rituale è scritto: “L’Astronomia ebbe la sua culla in Egitto, paese originario della Libera Muratoria”.

Se ci rapportiamo, correttamente, all’origine egizia, nel 6° (9°) grado, l’iniziato non è più al cospetto del Divino, ma è nella Sala del giudizio egizia, al cospetto del Faraone, che di Amon-Ra è il rappresentante sulla terra.

L’inizio dei Lavori “alla prima ora della notte” evoca il regno di Osiride.

Pr-ô, da cui il greco PhaRaHó, era in origine la Grande Casa, il ricettacolo del Divino.

Il Tempio del Rito (ossia la Sala del Giudizio) infatti rappresenta il Sancta Sanctorum, ossia la parte dove risiede il Divino. Qui le analogie ci sono da guida.

La presenza visibile di Amon-Ra è il Faraone, che è re e sacerdote. Come segni della sua dignità dovrebbe infatti portare una corona, uno scettro e un manto.

Avendo aperto la sua mente e il suo cuore al Divino, all’iniziato si chiede ora un atto di coraggio che riguarda non solo sé stesso, ma l’umanità.

Stolkin è il Visir, colui che agisce per conto del Faraone, in un contesto dove sono presenti i più importanti dignitari della corte faraonica.

Il Visir (colui che amministra per conto del Faraone) era responsabile dell’esecutivo, del controllo dell’amministrazione, della contabilità, dell’archiviazione, della polizia e del controllo dei trasporti, soprattutto, garante di Maât e responsabile della giustizia.

Il Segretario è il Sacerdote Zadoc

Il Cavaliere dell’eloquenza è Zabud.

L’Ospedaliere è Ahishar.

Il Tesoriere è Giosafatte, figlio di Ahilut

Il Capitano delle Guardie è Banamas figlio di Joaida.

Il Cerimoniere è lo Straniero.

 Lo Straniero

Una particolare funzione è quella dello Straniero, che rappresenta sia il Sé (l’egizio Sia) dell’iniziato, ossia la propria essenza intelligente, sia la Tradizione, quindi il collegamento con la sapienza accumulata nei secoli da chi lo ha preceduto nel cammino dell’esperienza terrena.

In seguito vedremo come lo Straniero abbia una relazione con la tradizione gnostica.

L’iniziato è chiamato all’azione dal proprio Sé per combattere la propria ignoranza (Abiram) ed aprirsi all’intelligenza che scruta la verità (Hiram).

Nel Rituale è del tutto chiaro chi siano Hiram e Abiram.

Hiram è “l’intelligenza che scruta la verità e la libertà, senza la quale l’intelligenza è impotente”.

Va notata la sottolineatura relativa alla libertà, senza la quale l’intelligenza è impotente.

Da qui la necessità che l’essere umano sia libero, così come lo è il Tutto divino nell’esercitare la sua potenza manifestativa. Il rapporto tra libertà e intelligenza è detto nel Rituale di iniziazione: “Avete appreso che le nostre prime cure ebbero per oggetto liberare la vostra intelligenza”.

Ancora nel rituale di iniziazione. Potentissimo: “Sapete chi era il Maestro Hiram?”. Recipiendario: “L’intelligenza dell’uomo e la libertà uccisa dall’ignoranza, dalla superstizione e dal dispotismo”.

Abiram è l’ignoranza, la libertà oppressa, la corruzione ed il delitto.

Già nel 1° (4°) Grado era stato annunciato che “l’intelligenza, unica potente direttrice dei lavori” era stata “soffocata dall’ignoranza e dalla tirannia”.

Ora l’iniziato che affronta il passaggio del 6° (9°) grado è invitato ad agire, secondo la legge eterna dei mondi. Gli dice, infatti il Potentissimo. “Sappiate comprendere ed agire. Che la legge eterna dei mondi penetri nel vostro intelletto e nella vostra coscienza. Andate dove il dovere vi chiama. Che la legge sia compiuta”. Risuona il concetto di Maât, il Neter che rappresenta il principio fondamentale dell’ordine cosmico e traccia una distinzione tra il caos (la morte) e l’ordine (la vita).

La parte del Rituale di iniziazione, dove più volte è pronunciata la parola vendetta (Nekam), è volta a ricordare che l’esecuzione della condanna deve essere fatta senza sentimenti di vendetta, obbedendo solamente alla legge e alle sue determinazioni.

Ancora una volta è ricordato all’iniziato di non farsi travolgere, anche durante l’esecuzione di un compito gravoso come è quello della giustizia, dalla passione, da sentimenti e da convinzioni personali.

Per un altro verso, l’iniziato è chiamato ad agire nella società, guidato dalla sua coscienza, mutata dal rapporto con il Divino e secondo le leggi del Faraone, ossia di colui che è chiamato a instaurare Maât sulla terra.

Il coraggio, unito alla responsabilità, è reso nella ritualità con simboli ed azioni che comprendono anche l’aspetto emotivo.

La caratteristica dell’azione di Stolkin è l’uso della mètis, l’astuzia dell’intelligenza.

Se nel 1° (4°) grado e nei successivi l’iniziato ha avuto la possibilità di sperimentare l’intelligenza intuitiva, appercettiva, comprensiva del lampo illuminativo, ora ha la possibilità di utilizzare la mètis.

“La mètis è una forma di intelligenza e di pensiero, un modo di conoscere; essa implica un insieme complesso, ma molto coerente, di attitudini mentali, di comportamenti intellettuali che combinano l’estro, la sagacità, la previsione, la flessibilità dello spirito, la finzione, l’intraprendenza, l’attenzione vigilante, il senso di opportunità, delle abilità diverse, un’esperienza lungamente acquisita; si applica a delle realtà fugaci, muoventesi, sconcertanti e ambigue, che non si prestano né alla misura precisa, né ai calcoli esatti, né a ragionamenti rigorosi”. [i]

Lo Straniero nella tradizione gnostica.

Nella tradizione gnostica, dove gli gnostikoi sono coloro che sanno, la salvezza si consegue attraverso la conoscenza e la consapevolezza della luce interiore.

“Se le perone riescono a conoscere i propri sé divini, saranno in grado di sfuggire alle grinfie dei poteri di questo mondo e realizzeranno la pace dell’illuminazione”. [ii]

Per gli gnostici sethiani, lo Straniero è un epiteto di Seth, figlio di Adamo ed Eva.

“La figura di Seth, terzo figlio di Adamo ed Eva, è una figura di spicco nel Vangelo di Giuda, dove è elencato (anche con il nome Cristo) in qualità di governante angelico del mondo ed è citata «la generazione di Seth», altresì detta «grande generazione», «quella generazione», e «la generazione senza arconti sopra di essa», insieme ai suoi genitori Adamo ed Eva e ad Adamas, descritto come l’Adamo celeste in un nembo di luce”.  [iii]

Seth è di un «altro seme», creato ad immagine di Adamo come Adamo era creato ad immagine di Dio e “sembra che Seth, essendo di «un altro seme», abbia ereditato l’epiteto di Allogeno, ossia di «un altro genere» o «straniero» in Greco”. [iv]

Porfirio (Vita di Plotino) menziona una «rivelazione di Allogeno», inoltre Epifanio fa riferimento a svariati libri dell’Allogeno (al plurale Allogeneis, nel Panarion).

“Nell’ultimo trattato del Codex Tchacos – scrive Marvin Meyer – , come in altri testi sethiano-cristiani, Allogeno assume il nome di Gesù. Qui Gesù è Seth lo Straniero incarnato come Salvatore Cristiano, e nella persona dell’Allogeno affronta le tentazioni di Satana e sperimenta la trasfigurazione in un nembo luminoso”.[v]

La conoscenza che, va di nuovo sottolineato, è la via che conduce alla consapevolezza della propria luce interiore e, quindi, della salvezza, è data ad Adamo e ai suoi discendenti, così che gli arconti del caos e dell’infero non signoreggino su di loro.

La “gnosi – scrive Elanine Pagels – non è fondamentalmente conoscenza razionale. La lingua greca distingue tra conoscenza scientifica e speculative («conosce la matematica») e conoscenza tramite osservazione o esperienza («mi conosce»), cioè gnosis. L’uso gnostico del termine potrebbe essere tradotto con «intuito», poichè la gnosis implica un processo intuitivo di conoscenza di sé. E conoscere sé stesso, sostengono gli gnostici, significa conoscere la natura e il destino umani. Per il maestro gnostico Teodoto, attivo in Asia Minore, intorno al 140-160 circa, lo gnostico è colui che è arrivato a capire «chi eravamo, e cosa siamo divenuti; dove eravamo … verso dove ci stiamo affrettando; da cosa veniamo affrancati; cos’è nascere, e cos’è rinascere»”. [vi]

“Ma conoscere se stesso, al livello più profondo, è allo stesso tempo conoscere Dio; questo è il Segreto della gnosi”. [vii]

Lo Straniero è pertanto, nella ritualità del 6° (9°) grado del Rito scozzese simbolo dello gnostico e, al contempo, araldo che indica la via da seguire e invita a seguirlo.

Lo Straniero è anche uno psico-logo.

“Molti gnostici – scrive in proposito Pagels – hanno in comune con la psicoterapia, contro il cristianesimo ortodosso, una seconda importante premessa: la psyche porta in sé le potenzialità di liberazione o distruzione”. [viii]

Nel Vangelo di Verità, il conosci te stesso “è espresso con una metafora: ognuno deve ricevere «il proprio nome», non, naturalmente, un nome comune, ma la vera identità”.

Affermazione che ricorda il Ren egizio, ossia la vibrazione originaria di ogni essere.

Lo gnosticismo ci indica anche quale sia il linguaggio preferenziale della conoscenza: il simbolo.

Nel Vangelo di Filippo (testo valentiniano) è scritto: “La verità non è venuta al mondo nuda, ma è venuta in simboli e immagini”.

Simboli e immagini sono il linguaggio dell’anima e anche il linguaggio fondamentale del percorso iniziatico.

A questo punto è possibile leggere con nuova consapevolezza quanto ci offre il rituale di 6° (9°) grado.

Il Cerimoniere (o Maestro delle Cerimonie) é lo Straniero.

Nel rituale si legge:

“Pot.mo — Chi vi ha condotto?

Stolkin — Uno straniero.

Pot.mo — Che cosa significa questo straniero?

Stolkin — Il lavoro compiuto davanti a noi e dal quale dobbiamo trarre profitto”.

Lo Straniero è pertanto anche il portatore della Tradizione, della conoscenza accumulata nei millenni.

Sempre nel rituale è scritto:

“Pot.mo — Che cosa rappresenta il Maestro Hiram?

Stolkin — L’intelligenza che scruta la verità e la libertà, senza la quale l’intelligenza è impotente.

Pot.mo — Che cosa rappresenta Abiram?

Stolkin — L’ignoranza, la libertà oppressa, la corruzione ed il delitto.

Pot.mo — Quale è il vostro primo dovere?

Stolkin — Di cercare di uccidere l’assassino del Maestro Hiram”.

Primo dovere, potremmo dire in perfetta linea con la tradizione gnostica, è uccidere l’ignoranza, che è il contrario della conoscenza.

Infine, lo Straniero è la guida.

Nel rituale si legge:

“Pot.mo — Adesso che ora è?

Stolkin — L’ora della partenza dei Cavalieri Eletti, sotto la guida dello straniero: l’ora del riposo per coloro che attendono la liberazione.

Pot.mo – Maestro delle Cerimonie, voi siete lo straniero che venne ad avvertire Salomone. Conducete gli Eletti secondo la vostra promessa”.

Impossibile, nello spazio di un articolo, diffonderci in altri possibili significati simbolici.

È comunque del tutto evidente che è superficiale e riduttiva la consueta interpretazione moralistica in base alla quale il grado insegna a eseguire la sentenza de tribunale e a non farsi giustizia da soli.

 

[i] Marcel Detienne, Jean Pierre Vernant, Les ruses des l’intelligence – La mètis des Grès, Champion essais

[ii] Marvin Meyer, in Il Vangelo di Giuda, National Geographic

[iii] Marvin Meyer, in Il Vangelo di Giuda, Nationale geographic

[iv] Marvin Meyer, in Il Vangelo di Giuda, National Geographic

[v] Marvin Meyer, in Il Vangelo di Giuda, National Geographic

[vi] Elanine Pagels, I vangeli Gnostici, Mondadori

[vii] Elanine Pagels, I Vangeli Gnostici, Mondadori

[viii] Elanine Pagels, I Vangeli Gnostici, Mondadori

Silvano Danesi

Silvano Danesi

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