di Silvano Danesi
“Sensibilizzare gli iscritti sull’importanza di un uso bilanciato delle tecnologie digitali, incoraggiando periodi di disconnessione per preservare il benessere mentale e fisico”.
E’ questo il primo degli intendimenti dell’Ordine Umano del Tempo, un think tank fondato da Umberto Principi e da un gruppo di persone che intendono contribuire, con studi, convegni, pubblicazioni, a riportare l’essere umano alla realtà, in un momento storico nel quale l’abuso di tecnologie digitali e di ideologie distorsive, come quella transumanista, tendono ad alienare l’umanità.
Dal metaverso all’universo, dal virtuale al reale, dal trasumano all’umano.
L’Ordine Umano del Tempo si propone di accettare pienamente la sfida di questo momento storico, combattendo la deriva tecnocratica, che confonde la scienza con la tecnologia, il virtuale con il reale, l’umano con il disumano.
Infatti, tra gli scopi associativi, vi è quello di “sottolineare l’importanza delle connessioni umane reali, incoraggiando la partecipazione a eventi locali, iniziative comunitarie e attività sociali che favoriscano le relazioni interpersonali”.
La pandemia e l’esperimento di controllo sociale ad essa connesso ha acutizzato, con conseguenze pesanti, l’isolamento delle persone e l’utilizzo sbagliato delle tecnologie digitali, affermando una sorta di assuefazione drogata alla comunicazione digitale, ai media ed un uso ossessivo di computer, cellulari, tablet, televisione, con una propensione pericolosa, in quanto alienante, ad accedere a vite virtuali, al metaverso, surrogando anche la spiritualità con la virtualità.
Il think tank fondato da Umberto Principi non ha intenti luddistici, ma di recupero dell’equilibrio e di educazione al rapporto con le nuove tecnologie.
Tra gli scopi, infatti, c’è la promozione di una cultura digitale, che rispetti coloro che vi accedono, consentendo, peraltro, a tutti di accedervi, al fine di “beneficiare delle opportunità offerte dalla tecnologia, riducendo nel contempo la dipendenza esclusiva da interazioni virtuali”.
Grande spazio viene dedicato alla creatività, attraverso mezzi non digitali, come l’arte tradizionale, la scrittura manuale o altre attività artistiche e manuali e alla presa di coscienza dei rischi psicologici legati all’uso eccessivo delle tecnologie, come l’isolamento sociale, l’ansia e la dipendenza, e fornire risorse per affrontarli.
L’Ordine Umano del Tempo si struttura in “alleanze”, ossia in gruppi di lavoro sul territorio, che hanno come riferimento un’ «Alleanza» centrale, costituendo così una rete atta a “promuovere una cittadinanza digitale responsabile, incoraggiando comportamenti etici, rispetto della privacy e consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni online”.
L’Ordine si propone di organizzare attività e workshop finalizzati allo sviluppo delle competenze sociali offline, come la comunicazione efficace, la gestione dei conflitti e la collaborazione.
Una particolare attenzione è dedicata ai temi della disinformazione e della manipolazione.
“Essere immersi in un mondo virtuale – si legge tra gli scopi statutari – può aumentare il rischio di esposizione a informazioni errate, fake news e manipolazioni online. La mancanza di discernimento può portare a credere a informazioni non verificate”.
L’impresa avviata da Umberto Principi e dal nucleo dei fondatori è di notevole impegno e di alti propositi, in ragione della sfida, che viene percepita come radicale, in questo tempo in cui la tecnologia è spacciata come scienza, la tecnocrazia come democrazia e il virtuale come reale.
L’intento, come spiega Umberto Principi è di “ritornare al tempo libero di alta qualità”, ossia ad un tempo che sia vissuto per la crescita dell’essere umano e non per la sua alienazione.
Il nuovo ordine ha un sito internet www.ordotemporis.it con il quale ci si può collegare per informazioni e anche per attivare, se lo si ritiene, gruppi di lavoro locali.