UN PREZIOSO VOLUME CON I RITUALI MASSONICI

Giu 4, 2023 | MASSONERIA

di Silvano Danesi

Quando lo apri ti sembra di avere tra le mani un incunabolo e senti il profumo della tradizione e del sacro.

Il volume, labbratura in oro o argento, curato da tre bibliofili bresciani, è stato realizzato per essere uno strumento per lo svolgimento corretto e consapevole della ritualità.

E la ritualità è quella massonica, a dimostrazione che non c’è nulla di segreto e che chi vuole informarsi su cosa avviene nei templi massonici lo può fare, anche comperando i testi di una vasta letteratura in materia.

Da decenni è a disposizione il testo di Salvatore Farina, con tutti i rituali massonici, acquistabile oggi anche su Internet.

Nel nostro caso, il volume dei tre bibliofili bresciani è acquistabile sul sito della casa editrice Eosforo (www.eosforo.it)

Il segreto, pertanto, esiste solo per chi non ha voglia di leggere.

Il volume edito a cura dei tre bibliofili bresciani ha non solo il pregio dell’eleganza, ma, soprattutto, quello sinotticità, la qual cosa consente, a chi lo usa per la ritualità, di avere a disposizione l’insieme necessario ad uno svolgimento corretto e armonico.

“Nel volume – scrivono i curatori nella presentazione – vengono ubicati, in modo sinottico, il Rito Ufficiale, la Costituzione e il Regolamento del Grande Oriente d’Italia, oltre a molte altre ritualità che, seppur non approvate ufficialmente, sono consentite e trovano vita nella tradizione di molte Logge della comunione”.

Da notare, in particolare, la parte relativa alle festività e alle solennità (equinozi e solstizi) con i rituali relativi alle cerimonie alle quali possono partecipare anche i non massoni.

Pregevoli le illustrazioni che consentono di accostarsi alle immagini con lo sguardo, in modo diretto, immediato e aperto ad un dialogo simbolico.

L’introduzione ci offre un sintetico saggio di cosa sia la ritualità iniziatica.

“Ogni Ordine Iniziatico – si legge – fonda la sua Potenza, ovvero la capacità di trasmettere ai suoi adepti gli strumenti necessari alla conoscenza (consapevolezza e ripristino delle potenzialità latenti) attraverso i propri riti che formano l’insieme del corpus che genericamente viene appunto definito Rito”.

L’autore introduce poi un concetto che è distintivo dell’operare della Massoneria e che spesso è volutamente sottaciuto, quando non considerato: il sacro.

“Con il Rito si percepisce il Sacro, o meglio, il Sacro «si ottiene» con il Rito, il che consente di «sentire e percepire» la divinizzazione archetipa dalla quale tutto ha avuto origine e che ricomprende anche il piano della manifestazione”.

Che il fine della Massoneria sia la Conoscenza, in primo luogo di se stessi, secondo l’invito apollineo: “Conosci il tuo Sé”, è magistralmente spiegato da Vasselli quando scrive: “Per accedere alla Conoscenza è necessario attivare tutti gli stati di coscienza, sia riferiti al piano razionale, sia riguardo gli ambiti che definiamo inconsci. Proprio con il Rito e la meditazione sui simboli che, formalmente o semplicemente sono ricompresi nel Rito stesso, è possibile divenire meno inconsapevoli della nostra coscienza e mettere la stessa al servizio della nostra consapevolezza e reintegrazione”.

L’autore dell’introduzione ci sottolinea che il Rito vivifica la sacralità e “permette di attivare, attraverso il piano sottile inferiore, l’energia vitale, che sul piano fisico attiva l’azione, l’istinto di conservazione e di riproduzione” per poi attivare la parte emozionale e, infine, arrivare alla nostra parte più elevata che “capta l’energia superiore che governa il nostro essere”.

La ritualistica massonica si avvale di leggende proprie (la principale delle quali riguarda Hiram, il Maestro che ha la conoscenza dell’Arte), di un linguaggio desunto dalle arti muratorie e utilizza riferimenti biblici e parole desunte dall’ebraico in quanto, al tempo nel quale i rituali si sono strutturati, era ritenuta l’unica lingua sacra. Il sanscrito, ad esempio, non era ancora conosciuto.

Con un lavoro filologico di grande interesse, l’introduzione ci decodifica il nome di Hiram, nel suo significato di “essere vivente elevato”, con la conseguenza che tendere a diventare un Hiram, ad essere un hestos (colui che è in piedi) significa avviarsi su un percorso che riguarda chi intende elevarsi e ricongiungersi “consapevolmente allo spirito”.

Il viaggio, ci avverte l’autore dell’introduzione, è “pieno di ostacoli, da affrontare con la mente, con il cuore e il silenzio che ci permetterà di intuire e percepire. Questa è l’ascesi che ci avvicina alla saggezza e che ci può portare verso l’essenza spirituale”.

La bellezza e l’eleganza dei caratteri e delle illustrazioni, il quadro sinottico dei rituali che presenta, l’introduzione, fanno del volume curato dai tre bibliofili bresciani un oggetto prezioso, uno strumento utile, un invito a percorrere le vie dello spirito.

 

 

Silvano Danesi

Silvano Danesi

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