di Augusto Vasselli
Uno dei capisaldi della tradizione, se non uno dei principale assunti, è costituito dalla nozione secondo la quale l’individuo è dotato, oltre che da un corpo fisico immediatamente percepibile attraverso i sensi, anche da una natura più complessa e più “sottile”, rispetto a quella che potremmo definire la fisicità biologica comunemente intesa.
L’organismo umano è accompagnato, secondo tali concezioni, da diversi corpi sottili, “gerarchicamente annidati”, correlabili tanto al corpo fisico quanto ai piani cosiddetti spirituali. A tal riguardo la tradizione è ricca di descrizioni e rappresentazioni riferite all’anima e allo spirito, che testimoniano appunto l’attenzione verso una possibile esistenza e percezione del corpo soprasensibile sottile.
Gli egizi attribuivano all’essere umano un corpo fisico, il Kat, un “doppio” sottile di tale corpo fisico, il Ka, destinato dopo la morte a fungere da mediatore, e il corpo immortale (corpo di luce), il Ba.
I pensatori greci tradussero questa triade egizia in Soma, Psiché e Pneuma, intesi poi come corpo, anima e spirito, essendo la Psiché non più considerata un doppione del corpo fisico ma un principio vitalizzante, e quindi cosa molto diversa dall’anima come venne intesa nel Medio Evo e da ciò che oggi si intende per psiche. Il Pneuma rappresenta invece in quest’ottica la parte cosciente ed immortale dell’uomo, di cui costituisce l’eidolon od immagine sottile.
Aristotele, nel suo trattato sull’anima, distingue diverse funzioni o facoltà o forme dell’anima (psiche), che ne caratterizzano lo sviluppo evolutivo. Secondo i neoplatonici, in particolare per Giamblico e Proclo, l’essere umano ha tre componenti: il corpo, il veicolo, identificato con l’immaginazione, e l’anima, quale puro spirito. Macrobio introduce il concetto di “corpo eterico”, quale intermediario tra l’anima e il corpo.
Marsilio Ficino nel commentare Platone, postula, oltre l’anima e il corpo, l’esistenza di una terza realtà, lo spirito, che peraltro considera il veicolo dell’anima stessa. Cornelio Agrippa, il celebre autore di “filosofia occulta”, evidenzia la compresenza di anima, mente e ragione. Paracelso, distingue il corpo fisico, il corpo spirituale (animico) e il corpo cosiddetto glorioso (lo spirito immortale, lo spirito santo).
Sulla falsariga di tali assunti gli estensori della dottrina cabalistica sviluppano nel Medio Evo la concezione di un individuo umano composto da un corpo fisico, Nefesh, da un principio vitalizzante di origine divina, Ruah o soffio, e di una mente od intelligenza immortale, Neshmah.
In Oriente d’altra parte sono presenti dottrine quasi identiche, ove la filosofia di base comune all’induismo ed al buddismo ammette oltre l’esistenza del corpo fisico, lo Sharira, quella di un campo di energia destinato ad animare tale realtà fisica, l’energia conosciuta come Rama (desiderio) e Mana (Potere), corrispondente più alla Psiché dei greci che al Ruah ebraico, e la realtà essenziale ed immortale dell’uomo costituita dall’Atma (coscienza).
La dottrina taoista, la religione e filosofia della Cina pre-confuciana, ivi compreso anche il taoismo alchemico, postula l’esistenza in natura di due forme o stati d’essere, lo stato yin, potenziale, passivo, immobile, freddo ed umido (femminile) e lo stato yang, attuale, attivo, dinamico, caldo e secco (maschile).
Ogni cosa in natura, quindi anche ciò che “compone” l’essere umano, sarebbe costituita dall’unione più o meno equilibrata dello yin e dello yang, del negativo e del positivo, cui si rifà peraltro il lavoro del saggio, che consiste nell’equilibrare in sé stesso le due polarità, sia sul piano fisico che sul piano spirituale.
La concezione cinese dei due stati d’essere, particolarmente significativa, in quanto introduce il concetto di polarità opposte e complementari, è tuttavia una concezione statica, applicata all’intera natura e non alle energie libere che sono in giuoco nella natura stessa. Il che può far presupporre l’esistenza di qualcosa di dinamizzante se ci si riferisce all’essere umano.
Lo yin e lo yang vengono concepiti quindi non come polarità energetiche ma come qualità insite nell’individuo, il cui riequilibrio non è affidato a tecniche di scambio energetico ma a operazioni di potenziamento dello yang, ritenuto sempre deficitario nell’ambito dell’essere umano in contrapposizione ad un eccesso costituzionale di yin.
In India, le dottrine del tantra yoga individuano nell’uomo una energia sottile (non un corpo sottile) la quale ha la sua concreta concentrazione in sette centri o chakra (ruote) disposti lungo un‘asse parallelo alla colonna vertebrale, che congiunge la sommità del cranio con la base sacrale. L’energia in questione resta normalmente “dormiente” in una zona prossima al “sacrum”, come un serpente avvolto nelle sue spire.
In queste stato di potenzialità essa è conosciuta come la kundalini. Ed è con lo stimolo che “desta” tale energia assopita che si ottiene il suo propagarsi verso i centri superiori, sino a raggiungere la sommità del capo, ove si manifesta nella mente dell’operatore, che percepisce, l’illuminazione (presa di coscienza del suo essere) e la liberazione (distacco dal relativo e unione con l’assoluto).
Partendo da tali concezioni religiose e filosofiche tradizionali, a cavallo tra l’ottocento e il novecento, Elena Blawatsky costruì la sua dottrina così detta teosofica, incentrata sulla nozione dei tre organismi: fisico, astrale ed eterico, di cui sarebbe composto l’essere umano. Il corpo fisico sarebbe avvolto e compenetrato da quello astrale, di cui in particolari condizioni sarebbe possibile percepire l’aura, e che fungerebbe, come il Ka egizio, da “mediatore plastico” tra la struttura biologica (corpo fisico) e quella spirituale (corpo eterico).
Naturalmente la Blawatsky non viene ispirata nell’elaborazione delle sue teorie dal solo bagaglio di nozioni tradizionali pervenutoci dalle antiche culture, ma anche da precise informazioni (che essa intese a suo modo), che le è stato possibile ricevere ed utilizzare, pervenutele in via riservata e legate all’antichissima tradizione magico-religiosa prima ed esoterica ed iniziatica poi, dell’occidente.
Questa concezione, rientrante sempre nell’alveo della spiritualità, che diventerà sempre un’alternativa al materialismo “integralista” e alla spiritualità ingenua, è stata ripresa anche da Rudolf Steiner e George Ivanov Gurdjieff.
La concezione dell’essere umano presente negli insegnamenti antroposofici di Rudolf Steiner in genere è riferita al corpi eterico e a quello astrale. Tuttavia, Steiner usava anche una triplice classificazione di corpo, anima e spirito.
Steiner nota peraltro che il pensiero moderno, oggi così straordinariamente sviluppato, è solo un qualcosa di cerebrale, come afferma il materialismo, per cui l’umanità è destinata a non comprendere più altri piani e percezioni, rischiando anche paradossalmente di perderne infine anche un seppur remota nozione. Steiner sostiene anche una progressiva ascesa verso la coscienza attraverso le “ruote sottili”, attraverso le quali ricercare l’auto-conoscenza, mediante l’osservazione diretta. In altre parole ricongiungere la coscienza con il corpo fisico.
Un’interessante variante del concetto di corpi sottili si trova negli insegnamenti ricompresi nella “Quarta Via” di Gurdjieff e del suo discepolo Ouspensky, secondo i quali si può creare un corpo sottile e conseguire così l’immortalità post-mortem, attraverso la ricerca della spiritualità o con una pratica, quale ad esempio lo yoga; “l’anima” quindi non è un qualcosa di completo con cui si nasce, ma un qualcosa che si deve sviluppare attraverso l’operatività.
Nella ipotesi formulata da Gurdjieff la nostra natura è tripartita ed è composta da corpi fisici (planetari), emotivi (astrali) e mentali (spirituali). In ogni essere umano uno di questi tre corpi diviene dominante. La quarta via insegnata da Gurdjieff e Ouspensky è pertanto un percorso volto allo sviluppo del “corpo superiore” che si ottiene quando si raggiunge la comprensione congiuntamente all’auto-perfezione.
Un ulteriore adattamento teosofico fu ripreso da Alice Bailey per la quale il corpo “spirituale” può essere considerato l’anima; peraltro questo contribuirà significativamente, con le naturali varianti, alle concezioni elaborate nel mondo cosiddetto “new age”.
Samael Aun Weor (al secolo Víctor Manuel Gomez Rodriguez), il noto esoterista columbiano, ha scritto molto riguardo il corpi sottili, descrivendoli in un modo che ricorda l’albero della vita cabalistico. La persona comune contiene solo il veicolo emozionale (aspetto lunare, intuizione), quello riguardante il pensiero (corpo mentale, razionalità) e della volontà “essente” (corpo causale).
Per quanto riguarda le tecniche per evidenziare i corpi sottili, sono tanto varie quanto incerte. Gli antichi credevano che durante il sonno il sogno separasse i corpi sottili dal corpo fisico. Occultisti e teosofi menzionano l’ipnotismo, i passaggi magnetici, per separare il corpo astrale dal corpo fisico.
Gli esoteristi mettono in relazione corpi sottili e piani sottili, vale a dire i vari livelli del mondo invisibile. Sempre ricordando il detto ermetico, come in alto come in basso, ci sarebbe nel macrocosmo, nel mondo, un piano eterico, analogamente al microcosmo dell’essere umano.
L’esoterista e pedagogo bulgaro Michail Dimitrov Ivanov, meglio conosciuto come Omraam Mikhaël Aivanhov, sostiene che il “corpo causale, buddhico e atmico” è rappresentato dal corpo di gloria che san Paolo cita nelle sue lettere ai Corinzi. Per lo stesso Aivanhov il corpo di gloria, come l’aura è l’emanazione dell’essere umano, le quali rappresentano rispettivamente il piano spirituale e quello fisico-materiale.
Dal punto di vista meramente scientifico, agli inizi del secolo in corso, come ben noto, si compie la rivoluzione relativistica del pensiero riferito al concetto di “materia”, descritta ora come “massa” legata ad una carica più o meno grande di “energia”. D’altra parte, la celebre formula einsteniana postula che massa ed energia sono riversibili nella realtà fisica, per cui la “massa” può risolversi interamente in “energia” e la stessa trasformarsi in “massa”.
La conseguenza filosofica di un tale assunto è che scompare il concetto di “materia” come categoria, come qualità del reale, rimanendo solo valido il concetto di “energia” o “forza” manifestata in determinate “forme”, esattamente come postula la teoria generale cabalistica della realtà.
Nulla quindi vieta di immaginare entità complesse costituite da particelle subatomiche aventi masse piccolissime ed energie molto grandi, corpi costituiti interamente da materia infinitesimale, che proprio per l’imponderabile esiguità della loro massa sfuggirebbero alla rilevazione dei sensori naturali e quelli scientifici oggi conosciuti.
Tali entità, a costituzione particellare, potrebbero inoltre essere governate da leggi sconosciute alla fisica dell’atomo. Il “corpo sottile”, asseverato dalla tradizione religiosa egizia sotto il nome di “Ka” e nomenclato dalla Blawatsky come “corpo astrale”, potrebbe essere quindi composto da un plasma composto di elettroni o di altre particelle subatomiche aventi massa quasi nulla e variamente polarizzate, obbedienti a leggi attualmente sconosciute.
Nel corso del ventesimo secolo, la fisica quantistica ha rivoluzionato le nostre concezioni riguardanti la materia, pertanto anche la realtà riguardante la presenza di un corpo sottile potrebbe benissimo essere concepita “materialmente”. Peraltro nella tradizione cinese non esiste la separazione tra il materiale e l’immateriale. L’ energia passa dal più denso, il corpo fisico, a quello sottile, composto dalla psiche, ovvero dall’anima e dallo spirito.
Ovviamente non ci sono prove dell’esistenza dei corpi sottili, ma solo quanto indicato dagli studiosi e gli adepti della tradizione, come peraltro testimoniato da mistici o yogi, tra i quali giusto per citarne qualcuno, Yogananda, Ramakrishna e Shankara. Quindi non prove ma solo indizi, tra i quali si possono considerare alcune esperienze, come ad esempio l’esperienza di pre-morte (ove si separa il corpo fisico del suo cd. corpo astrale), quella riferibile a una anestesia (che separerebbe il corpo fisico del corpo energetico), a un viaggio astrale, a un sogno, a uno momento estatico e a uno stato di trance.
Certamente siamo di fronte a una tematica che è sempre presente nella mente degli esseri umani e nella storia del pensiero, sia esso riferito a coloro che hanno lasciato un segno dottrinario filosofico, mistico e scientifico o ai comuni mortali che vivono una vita comune e grigia. Evidentemente la scintilla divina, pur coperta sotto le ceneri della razionalità, non si è ancora spenta e forse aspetta il soffio per mostrare interamente la sua luce.