TRADIZIONE E DINTORNI

Ott 21, 2024 | SCIENZE ESOTERICHE

di Augusto Vasselli

La Tradizione, che nel passato veniva indicata come filosofia perenne, è un “corpus” sapienziale, non sempre riferibile a un piano ‘ordinario’ della nostra esperienza, e una fonte dalla quale attingere per avvicinarsi alla conoscenza ovvero alla consapevolezza, mediante le quali si può accedere alla coscienza unica, raggiungibile non certo con la ragione o la logica, ma con l’intuizione e quindi con il cuore. La Tradizione, presente anche in Occidente, è stata veicolata attraverso la metafisica e dai vari Ordini iniziatici, che si sono succeduti nel corso delle varie epoche.

Tale vero e proprio strumentario, arrivato a noi per il tramite di un qualcosa che ricorda un fiume carsico dai mille affluenti e rivoli, che ci ha trasmesso ad esempio la metafisica di Platone e quanto introdotto in Italia da Pitagora e Plotino, ha una matrice operativa attiva, che è stata oscurata, con l’avvento del Cristianesimo, beninteso essoterico, il quale si è limitato a ricercare il raggiungimento dei piccoli misteri, diversamente dalla tradizione islamica (sufi) e da quella ebraica (cabalistica). Oscuramento che si è ulteriormente accentuato, agli albori dell’Illuminismo con l’indirizzo positivista e poi anche materialistico, nei cui ambiti viene considerato il tutto attraverso una limitata chiave di lettura razionalista, anche dal punto di vista filosofico.

Tutti i rami tradizionali, seppur diversamente espressi, conducono verso la consapevolezza, attraverso la quale si “verifica” che esiste qualcosa al di là della manifestazione comunemente intesa: la meraviglia della cosa unica, come Ermete Trismegisto a suo tempo ci ha detto, analoga nella sostanza al messaggio vedico: “l’essere è e non diventa, perciò è realtà assoluta”; “la manifestazione non è niente altro che apparenza, che appare all’orizzonte e poi scompare”.

Come noto il termine tradizione, a sua volta derivato dal latino traditio,onis (tradere, trasmettere), presuppone il ricevimento, mediante una vera e propria consegna, di una conoscenza sapienziale utile al raggiungimento di piani coscienziali, che solitamente non sono percepiti.

In altri termini si tratta di un patrimonio, nei fatti assolutamente necessario, tranne che per pochi eletti naturalmente dotati, allorché ci si riferisce ad un contesto che va al di là del meramente psicofisico, mediante il quale soddisfare l’insito desiderio, seppur latente nell’essere umano, di conoscere il suo profondo.

In tale contesto tradizionale, la modalità attraverso la quale trasmettere le correlate conoscenze è generalmente di natura esoterica e iniziatica, anche con riferimento alle modalità operative, comunque necessarie per intraprendere un cammino volto alla consapevolezza riferita a se stessi e alle proprie potenzialità, con le quali superare le barriere che limitano i vari stati sensoriali, per poter cercare di comprendere, almeno in parte, ciò che è reale rispetto a quanto è illusorio, a prescindere dalle emozioni, dai sensi e dalla razionalità.

Un siffatto insieme, per così dire dottrinario, appare particolarmente utile in particolare nel cosiddetto mondo occidentale, soprattutto ai nostri giorni, ove il progresso tecnologico, che ha apportato enormi e indubbi benefici nella vita quotidiana, non contribuisce certamente a favorire il sentire interiore dell’uomo, in un ambito temporale caratterizzato da una sorta di decadenza sapienziale e spirituale. Decadenza derivata, peraltro, allorché ha prevalso quello che potremmo definire “essoterismo di matrice religiosa”, ovvero un percorso riferito alla conoscenza e alla pratica devozionale, meramente fideistica e correlata ad un piano razionale, riguardante la morale, l’etica e il mondo socio-politico, spesso contraddistinto e derivato peraltro da una logica espiatoria, che non consente la conoscenza, intesa naturalmente nella sua accezione tradizionale. Fenomeni dai quali è altresì originata quella che può essere considerata una sorta di “detradizionalizzazione” e “disincanto”, che nasconde all’essere umano, e non poco, i percorsi che consentono di avvicinare il mondo delle anime, inteso come luogo del sentire interiore.

Tra le varie forme, attraverso le quali viene tramandato detto patrimonio sapienziale, troviamo, nei vari contesti storici di riferimento, diverse modalità e tecniche volte appunto alla evoluzione dei singoli. Tale specifica tradizione, soprattutto per quanto concerne l’occidente, al di là degli influssi e le corrispondenze offerteci dal contesto tradizionale orientale, ci è arrivata attraverso la scuola eleusina, l’ermetismo alessandrino, il pitagorismo, l’astrologia, l’alchimia, la magia, la cabala e le cosiddette società segrete, che nel tempo hanno assunto diverse vesti ovvero trasformazioni e adattamenti, che sono divenuti parte essenziale dell’insieme di riferimento, necessario per poter offrire, a chi lo desidera, le nozioni alle quali si sono ispirate le molteplici società iniziatiche e misteriche.

Grazie a tutto questo esistono ancora soggetti od ambiti collettivi che tramandano questo particolare insieme di messaggi tradizionali rivolto agli esseri umani, che ricercano il proprio sé superiore e un rapporto con il numinoso e il sacro, per consentire a chi lo vorrà di ritrovare la propria scintilla divina, che può favorire la consapevolezza riguardante il rapporto con la manifestazione. Cosa questa che, grazie alla sperimentazione diretta, peraltro concilia tali fenomeni con le conquiste della scienza ufficiale del momento, attraverso una integrale riflessione sull’essenza della natura, da parte degli adepti, anche quando hanno iniziato ad operare e quindi usufruire, dopo il secolo dei lumi, in un contesto caratterizzato da una crescente secolarizzazione, del patrimonio della scienza tradizionale.

Limitandosi a un passato relativamente non lontano, templari, fedeli d’amore, alchimisti, rosacroce, martinisti, massoni, sufi, teosofi, ed altri ancora, mediante la loro azione e capacità di trasmissione, hanno consentito e, in alcuni casi, ancora consentono di ricevere il lascito di quelli che spesso sono definiti i maestri passati.

Tali scuole hanno così trasmesso la Tradizione, che può certamente essere, altresì, considerata un vero e proprio strumento utile a comprendere se stessi e il proprio ruolo, per il tramite della metodologie offerte, quali le entità eggregoriche, i simboli e i riti, i quali di fatto svolgono la funzione tipica di un vero e proprio catalizzatore e mediatore.

Per il tramite del percorso tradizionale l’adepto è messo in tal modo in grado di trovare il proprio “graal”, il quale altro non è che uno dei tanti modi con il quale viene indicato l’ignoto presente in noi, utilizzando in successione le varie conoscenza ricevute, dapprima per purificare le proprie passioni ed affinarsi, per poi portare finalmente alla luce “la scintilla divina”, fasi equivalenti, a esempio, alla nigredo, alla albedo e alla rubedo, se parliamo di alchimia o la ritualità riferita agli apprendisti, ai compagni e ai maestri se ci riferiamo alla tradizione muratoria.

Philipp Theophrast Bombast von Hohenheim, meglio noto come Paracelso, ricorda che l’essere umano ha una coscienza divina nascosta, che necessita di essere sviluppata, attraverso un insegnamento e una tecnica, ma soprattutto con la Tradizione, al fine di aiutare il singolo individuo a sviluppare la parte animico spirituale dello stesso.

Ed è proprio attraverso queste conoscenze e l’arte di usare le facoltà “latenti” che viene consentita la possibilità di conoscere l’essenza intima degli esseri e di scoprire la chiave, attraverso la quale poter accedere ai piani superiori. Anche oggi, grazie a questo messaggio, può continuare il viaggio dell’uomo diretto verso il suo centro interiore, che racchiude il suo autentico essere “nascosto” e le potenzialità “segrete”, che non sono finalizzate ad ottenere un obiettivo pratico o utilitaristico, ma che, qualora scoperte, possono contribuire a dischiudere la propria essenza, alla quale si riferisce appunto il grande Paracelso.

Grazie a tale metodologia tradizionale, alla evoluzione della scienza, si è accompagnato, nel diciannovesimo secolo, un intenso lavoro per così dire iniziatico che ha fatto meglio comprendere i vari livelli della realtà. Cosa della quale è stato capace un filosofo della natura quale Franz von Baader, medico e ingegnere appassionato studioso di Jakob Boehme, e attraverso l’utilizzo derivato dalle riflessioni ed elaborazioni Fabre d’Olivet, grande adepto ed erudito glottologo, e altri, tra i quali forse giova citare Jaques Francois Le Boys des Guays, che tradusse in francese Swedenborg, e il sainsimoniano Pierre Leroux, che ha riproposto Pitagora e quanto dallo stesso elaborato in materia di trasmigrazione delle anime e di iniziazioni segrete.

Certamente l’Ottocento è stato un secolo molto vivo anche da questo punto di vista, ove si può rilevare altresì l’opera, a volte ritenuta contraddittoria, dell’abate Constant, meglio noto come Elifas Levi, come pure quella di Gérard Encausse, conosciuto anche come Papus, e di Saint-Yves d’Alveydre, autore dell’Archeometro, opera mediante la quale l’autore descrive, tra l’altro, un metodo per ricercare la corrispondenza delle dimensioni cosmiche.

Alla fine dell’Ottocento, grazie anche alle tecnologie, che hanno consentito di ridurre le distanze temporali, si è accresciuta la possibilità e l’intensità di incontro tra occidente ed oriente e ancor più nell’epoca moderna a noi coeva, e quindi anche tra i vari ambiti tradizionali, sempre intesi anche come espressione della filosofia perennis (sapere universale), che ha riguardato praticamente tutte le varie forme con il quale l’insieme stesso viene formulato.

Con la fondazione della Società Teosofica, avvenuta nel 1875, grazie all’iniziativa di Héléna Petrovna Blavatsky, filosofa, teosofa, saggista occultista e medium russa poi naturalizzata cittadina statunitense, si allarga ulteriormente, pur con le controverse e discutibili dottrine introdotte, il perimetro del quadro di riferimento della Tradizione, odierna e del ventesimo secolo.

Secolo, che riprende quanto alla fine del Medioevo, tra gli altri, Costantino Michele Psello, l’erudito monaco bizantino scoperto da Leonardo da Pistoia, e Gemisto Pletone avevano reso noto, richiamandosi all’ideale catena sapienziale che unisce Zoroastro, Ermete Trismegisto, Orfeo, Pitagora, Platone e Plotino, cui si correlano, evidentemente con le dovute differenze formali derivate dal diverso contesto storico, Coomaraswamy, Krishnamurti, Gurdjieff, Steiner, Andreev, Florenskji, Pessoa e a loro modo Crowley, Evola, Guénon e Bardon, solo per citarne alcuni. Grandi maestri grazie ai quali continua a manifestarsi, in modo più o meno riservato e talvolta più palese, questa sorta di filosofia occulta, mediante la quale è giunta a noi la “Tradizione primordiale”, cara ai “perennialisti”, e che è riaffiorata in particolar modo nel Rinascimento. Periodo nel quale Marsilio Ficino e Pico della Mirandola ed altri hanno contribuito a rilanciare ed a perpetuare, con una ulteriore evoluzione, quanto è giunto a noi nel XX ed oggi nel XXI secolo. Secoli caratterizzati da un enorme sviluppo della tecnica, durante i quali, ciononostante, si continuano a mettere in discussione i “valori insensibili”, grazie agli “uomini di desiderio”, nei quali rimane viva l’attenzione nei confronti della Tradizione e la cui eredità continua a essere quasi magicamente trasmessa.

Sempre riferendosi a questo specifico perimetro sapienziale, il francese Raymond Abellio e il tedesco Leopold Ziegler, offrono anch’essi conoscenze, similmente a quanto hanno fatto i grandi maestri del passato. Come pure si può “ricevere”, nonostante tutto, dal proliferare di numerosi consessi tradizionali ed esoterici, che talvolta si caratterizzano come movimenti poco distinti, come nel caso degli ambiti che fanno capo alla cosiddetta “new age” e dei “nuovi movimenti religiosi”. Questi ultimi spesso neppure orientati verso una ricerca interiore e nei fatti non in grado di dare di risposte e offrire contenuti, i quali testimoniano tuttavia la presenza di una domanda spirituale, che non è altro che il riflesso del desiderio latente presente in ogni essere umano, volto a riscoprire piani esistenziali che vanno oltre la normale “fisicità”.

In concreto cosa offre all’uomo la Tradizione, soprattutto a quello appartenente al mondo occidentale, post globalizzato, post industriale, “post tutto” e per di più nichilista? Certamente un supporto che lo aiuta ad acquisire, almeno parzialmente, uno sviluppo completo e armonico della personalità e del proprio essere, in particolare a colui che sarà disposto ad accogliere, oltre l’inconscio personale, quello che Jung, anch’Egli un iniziato, chiamerà il confronto con la propria ombra. Confronto certamente indispensabile per iniziare e completare un processo di individuazione e comprensione. Processo che ha il fine di consentire di ampliare in maniera efficace la propria personalità, e che deve muoversi in dette due direzioni, con abbandono e leggerezza, per permettere di ritrovare il sé ed ottenere l’integrazione del lato “oscuro” presente in ciascuno di noi.

Obiettivo questo che rende, altresì, indispensabile uno sviluppo, che mira a liberare l’individuo da tutto ciò che implica solamente un ambito binario, caratterizzato da scelte e non scelte (ovvero rifiuti), attraverso il quale reintegrare le potenzialità latenti e che permette alla personalità di passare da uno stato solo potenziale a un piano più elevato, attraverso un rapporto dinamico che consente di non subire passivamente la forza degli elementi che compongono l’inconscio collettivo, attivando un complesso sistema di relazioni tra lo stesso inconscio collettivo e l’Io dei singoli. Un insieme di rapporti dinamici, che altro non sono che la personalità integrata, cui mira il processo di individuazione, ottenuto per il tramite di operazioni complementari e parallele di differenziazione e integrazione, il solve et coagula di alchimistica memoria.

Ciò implica naturalmente per l’adepto un’azione, volto a verso la conoscenza, complessa e terribilmente difficile da padroneggiare, sia attraverso il misticismo, la meditazione o la operatività. Questo in quanto è difficile comprendere i diversi piani e profili contemporaneamente: l’obiettivo è la padronanza di tutte le forze superiori e terrene, che nella tradizione latomistica sono simboleggiate dalla squadra e dal compasso, equivalenti a molti simboli e figure contrapposte quali, solo per fare un esempio, lo Yang e lo Yin, ovvero la terra e il cielo.

In tal modo è possibile ricevere il portato archetipo e simbolico, trasmesso dalle varie ritualità e dalle icone (simboli) presenti nei luoghi sacralizzati, attraverso quello che la neuroscienza chiama “stato modificato di coscienza” ovvero espansione della stessa, che “supera” la nostra ragione e i blocchi che la stessa attiva, consentendo all’essere umano, di reintegrarsi, con tali percezioni e conoscenze metarazionali.

Si scopre così l’appartenenza con il tutto e la comunione con gli altri esseri come trascendenza, anche grazie all’abbandono, l’equivalente della chiusura ermetica dei luoghi sacri, e il rispetto della assoluta conformità dei dettati della Tradizione, che permette l’espansione della mente soprattutto a favore della intuizione.

Affinché la Tradizione sia trasmessa, anche alla luce delle nozioni psicoanalitiche offerte dalla scienza attuale, non è sufficiente la semplice trasmissione, essa deve anche essere decodificata e interiorizzata costantemente. La Tradizione non può essere padroneggiata solo ricevendo insegnamenti teorici, meramente accademici e nozionistici.

La Tradizione non è solo una cosa che appartiene al passato. Essa parla attraverso l’individuo, nel quale lo spirito tradizionale caratterizza colui che ha acquisito la modalità e l’essenza della trasmissione e quindi allo stesso tempo la conoscenza. Essa è un autentico patrimonio mediante il quale si attivano insegnamenti e messaggi tradizionali, con cui si può arrivare infine all’idea della causa prima, di un essere astratto ed assoluto, forza universale, da cui tutto emana e che tutto comprende e riassorbe in sé, nel macrocosmo e nel microcosmo, permettendo all’adepto di divenire maestro, consapevole del proprio agire e desideroso di conoscere il mistero della vita e della sua evoluzione.

In altri termini possiamo considerare questo contesto sapienziale come trasmissione di un insieme d’idee, di arcaiche conoscenze e di esperienze, frutto di rivelazioni e di meditazioni dei pensatori, dei maestri e delle scuole iniziatiche nel tempo succedutesi.

II modo più semplice ed efficace per comprendere pienamente il significato della Tradizione è quello della cosiddetta filiazione spirituale da maestro a discepolo e quello che viene trasmesso in un ambito collettivo, attraverso cui viene ottenuta un’influenza formatrice analoga a quella derivata dalla vocazione o dall’ispirazione, altrettanto consustanziale allo spirito, quanto l’eredità biologica lo è rispetto al corpo fisico.

Quindi, una trasmutazione interiore coesistente alla vita quotidiana, che conduce progressivamente alla realizzazione di una coscienza superiore, la quale tende a chiarire lo scopo della nostra esistenza, facilitando il discernimento di un principio immanente d’ordine universale, in quanto l’uomo non riesce a concepire l’origine e la ragione della propria realtà effettiva.

pubblicato sulla Rivista Hiram vol. 1 del 2021

Silvano Danesi

Silvano Danesi

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