di Vittorio Dublino
dal Nuovo Giornale Nazionale
La psicologia transpersonale è un ramo della psicologia che si focalizza sugli aspetti spirituali e transcendentali dell’esperienza umana.
Essa si distingue per il suo interesse nel comprendere e integrare esperienze che vanno oltre l’ordinaria identità personale o egoica, esplorando stati di coscienza superiori, esperienze di picco, e il potenziale umano per la crescita e la trasformazione spirituale.
Caratteristiche principali della psicologia transpersonale
- Espansione della coscienza
- Studia esperienze che trascendono l’ego e il sé individuale, come le esperienze di unione mistica, estasi, e illuminazione.
- Include la meditazione, le esperienze fuori dal corpo, e le esperienze di pre-morte.
- Integrazione delle dimensioni spirituali
- Esplora come le pratiche spirituali e le tradizioni religiose possano contribuire al benessere psicologico e alla crescita personale.
- Analizza il ruolo delle credenze spirituali e delle pratiche religiose nella vita delle persone.
- Potenziale umano
- Si interessa allo sviluppo del potenziale umano, inclusi la creatività, la saggezza, la compassione, e altre qualità che vanno oltre il funzionamento psicologico normale.
- Promuove la realizzazione del sé e l’auto-trascendenza.
- Approccio olistico
- Considera l’interazione tra corpo, mente, e spirito, cercando di integrare queste dimensioni per una comprensione più completa della persona.
- Valorizza approcci terapeutici che coinvolgono la mente, il corpo, e lo spirito.
- Ricerca di significato
- Indaga sul significato e sullo scopo della vita, cercando di rispondere a domande esistenziali fondamentali.
- Promuove la ricerca interiore e l’autoconoscenza.
Fondatori e figure di rilievo
- Abraham Maslow: conosciuto per la gerarchia dei bisogni e il concetto di esperienze di picco.
- Stanislav Grof: pioniere nel campo della psicologia transpersonale e delle terapie psichedeliche.
- Ken Wilber: filosofo e teorico che ha sviluppato modelli integrativi della coscienza e della psicologia.
Applicazioni pratiche
- Terapie che incorporano tecniche meditative e spirituali.
- Studi sull’efficacia delle pratiche spirituali nella promozione del benessere mentale.
- Esplorazione degli effetti trasformativi delle esperienze mistiche e transcendentali.
In sintesi, la psicologia transpersonale amplia il campo di studio della psicologia tradizionale includendo aspetti dell’esperienza umana che trascendono il sé ordinario, fornendo una comprensione più completa e integrata della mente e dello spirito.
David Fontana e la psicologia transpersonale
David Fontana ha dato un contributo significativo alla psicologia transpersonale. La sua opera ha integrato le pratiche meditative e spirituali con i concetti psicologici moderni, arricchendo il campo con una prospettiva unica che unisce antiche saggezze e scoperte scientifiche contemporanee.
Contributi di Fontana alla Psicologia Transpersonale
- Integrazione della meditazione: Fontana ha esplorato approfonditamente le tecniche meditative provenienti da diverse tradizioni spirituali, come il buddhismo, l’induismo, il cristianesimo e lo sciamanesimo. Ha mostrato come queste pratiche possano essere utilizzate per esplorare la mente e migliorare il benessere psicologico, enfatizzando l’importanza dell’introspezione e della calma mentale.
- Studio della coscienza: Fontana ha investigato gli stati di coscienza alterati e le esperienze di picco, evidenziando il loro valore per la crescita personale e spirituale. Ha sostenuto che la meditazione e altre pratiche spirituali possono aiutare a raggiungere una comprensione più profonda della coscienza e delle sue potenzialità.
- Approccio olistico: Fontana ha adottato un approccio olistico nello studio della mente, considerando l’interconnessione tra corpo, mente e spirito. Ha promosso l’idea che per comprendere pienamente la natura umana, sia necessario integrare le dimensioni spirituali e psicologiche dell’esperienza.
- Critica alla psicologia tradizionale: Fontana ha criticato la psicologia moderna per la sua visione riduzionista e materialista della mente. Ha argomentato che la psicologia può trarre grande vantaggio dagli insegnamenti antichi, che offrono una visione più completa e integrata della mente e della coscienza.
- Ricerca interiore: Fontana ha enfatizzato l’importanza della ricerca interiore e dell’auto-conoscenza. Ha sostenuto che la meditazione e altre pratiche spirituali sono strumenti essenziali per esplorare il proprio mondo interiore e scoprire la propria vera natura.
L’Importanza di Fontana nella psicologia transpersonale
David Fontana ha arricchito la psicologia transpersonale con le sue ricerche e i suoi scritti, fornendo una base teorica e pratica per l’integrazione delle pratiche meditative nella psicologia occidentale. Le sue opere hanno aiutato a legittimare l’uso delle tecniche spirituali e meditative in contesti psicologici, contribuendo a una comprensione più completa e integrata della mente umana.
Esempi pratici dal lavoro di Fontana
- Manuali di meditazione: Fontana ha scritto diversi manuali che spiegano in dettaglio come praticare la meditazione, offrendo esercizi pratici e istruzioni basate su varie tradizioni spirituali.
- Ricerca sulla meditazione: ha condotto ricerche sugli effetti psicologici della meditazione, dimostrando come questa pratica possa ridurre lo stress, migliorare la concentrazione e promuovere il benessere generale.
- Integrazione delle tradizioni spirituali: Fontana ha esplorato le somiglianze tra le diverse tradizioni spirituali, mostrando come ognuna di esse possa contribuire a una comprensione più profonda della mente e della coscienza.
I due errori interdipendenti
David Fontana identifica due errori fondamentali nella visione moderna della psicologia, che limitano la comprensione completa della mente umana e del potenziale della psicologia transpersonale. Questi errori sono interdipendenti e derivano da una visione riduzionista e materialista della scienza e della tecnologia moderne. Collegando questi errori alla psicologia transpersonale, Fontana offre una critica costruttiva e una via per arricchire la disciplina psicologica.
Il primo errore
è che l’interpretazione di un tipo di ‘progresso’ implica necessariamente che le idee del passato e i modi precedenti di vedere il mondo siano sbagliati. Certo, dipende molto da quali considerazioni siano alla base di queste idee: se, infatti, si vuole dimostrare che il mondo è nient’altro che un’enorme macchina, formata da una combinazione di casualità e selezione naturale, s’interpreterà conseguenzialmente qualunque dato scientifico; se, invece, si è interessati a dimostrare che il mondo ha altre dimensioni e che proprio queste danno significato e scopo alla vita, allora s’interpreteranno i dati diversamente, in base a questo differente presupposto.
Per fare un’analogia, immaginiamo di trovarci davanti a una sinfonia. Se fossimo interessati soltanto alla partitura musicale e agli strumenti, passeremmo tutto il tempo a studiare le note e a capire come funzionano i vari strumenti, senza alcun interesse per il direttore d’orchestra e le emozioni che l’esecuzione suscita nel pubblico. Anche se occasionalmente potremmo farci caso, in un certo senso è come se per noi non esistessero, perché gli strumenti che stiamo usando sono fatti esclusivamente per analizzare i suoni e le strutture musicali. Ma se fossimo interessati alle emozioni e alla comunicazione umana, allora guarderemmo anche il direttore d’orchestra e il pubblico, e incominceremmo a notare cose molto diverse. Così come sarebbe sbagliato negare l’importanza di studiare la partitura se dobbiamo eseguire un pezzo musicale, sarebbe altrettanto sbagliato negare l’importanza di comprendere le emozioni e le reazioni del pubblico se vogliamo cogliere il significato profondo della musica.
Nessuna delle due azioni è sbagliata in assoluto e ognuna ha la sua utilità, a seconda delle domande che ci poniamo. Comunque, sebbene chi studia la partitura abbia il compito più facile (la musica scritta è più prevedibile delle emozioni umane), chi guarda il pubblico si pone una domanda più essenziale e trova la risposta che spiega l’esistenza stessa della musica e del suo impatto, in quanto è la mente a determinare entrambi.
Il secondo errore
è generalizzare l’apparente progresso in alcuni campi. La scienza e la tecnologia moderne hanno fatto passi da gigante nello studio della materia inanimata, così come la biologia nella ricerca sulla composizione della materia vivente, ma non si può dire altrettanto riguardo allo studio della psicologia umana.
Infatti, oggi non conosciamo molto di più (e in alcuni casi sappiamo anche molto meno) sulla mente umana di quanto sapevamo duemilacinquecento anni fa, ai tempi del Buddha, o anche secoli prima, al tempo degli anonimi autori dei Veda indiani: “non c’è niente, nella moderna psicologia occidentale, che possa competere con la complessità e la precisione delle descrizioni di quegli antichi sapienti orientali sui percorsi della mente e degli stati di coscienza. A chi non vuol sentir parlare di Veda o di buddhismo (perché sanno tanto di magia o superstizione), possiamo parlare della grande letteratura occidentale: sebbene non sia facile trovare in essa qualcosa di paragonabile agli scritti sugli stati mentali prodotti in Oriente, non si esagera dicendo che non è facile superare l’acutezza di Shakespeare, Goethe e anche di Molière nell’osservazione della mente e del comportamento umani. Le opere prodotte da questi scrittori sono sopravvissute ai secoli non soltanto per la bellezza del loro linguaggio, ma anche per le acute riflessioni sulla condizione umana e per i tanti ‘specchi’ che contengono, nei quali si riflette la realtà della nostra esperienza. È questa grande letteratura, assieme alle opere scritte millenni prima di Cristo da autori greci come Sofocle ed Euripide, a mostrare che gli uomini di allora cercavano di rispondere agli stessi interrogativi di oggi sulla psicologia, così come sull’origine e sul destino della vita umana. (Fontana)”
Sarebbe certamente un grave errore se i nostri successi nell’esplorazione dell’atomo e dello spazio esterno ci facessero illudere di essere altrettanto capaci di guardare nella mente umana e di svelare i misteri dello spazio interiore.
Il mondo della scienza
La scienza moderna non ha quasi nemmeno provato a studiare la mente, preferendo considerarla equivalente al cervello, cioè nulla più di quei processi elettrochimici cerebrali che possiamo misurare con gli strumenti adatti.
È considerato del tutto irrilevante poi, il fatto che noi percepiamo i pensieri come eventi mentali e non fisici o, tantomeno, elettrochimici. In questo modo si è deciso di considerare l’essere umano come una macchina biochimica, che può essere studiata come altri meccanismi. Il problema è che gli esseri umani non percepiscono se stessi come macchine e, a dispetto degli scienziati, continuano a comportarsi in maniera imprevedibile, disordinatamente e senza regole o anche, talvolta, gloriosamente.
Non la smettono d’immaginare, sognare, creare, trasformare e continuano imperterriti ad avere spirito d’iniziativa, contravvenendo alle regole e producendo capolavori d’arte e letteratura, sopravvivendo contro ogni previsione e, perfino, adattandosi mentalmente e biologicamente all’imponderabilità spaziale, vero e proprio enigma per gli scienziati, secondo i quali l’uomo non dovrebbe essere in grado di adattarsi all’assenza di gravità, non avendo questa fatto parte della sua precedente storia evolutiva. E così l’uomo continua a inventare, a scoprire nuove cose e s’impossessa addirittura della stessa evoluzione genetica, il che costituisce un altro fatto inspiegabile per la scienza, la quale insegna che l’evoluzione dovrebbe dipendere esclusivamente dalla selezione naturale e da alterazioni casuali, mentre oggi è necessario riconoscere la sua subordinazione anche nei confronti della mente. Che cosa dire, infine, di questa nostra inopportuna coscienza, o autoconsapevolezza, che nemmeno il più convinto darwiniano sa spiegare, né comprenderne lo scopo evolutivo?
Integrando scienza e spiritualità attraverso la Fisica Quantistica
Questi due errori possono essere superati attraverso l’introduzione di un nuovo paradigma che integra scienza e spiritualità in un modello di pensiero più completo e armonioso. La fisica quantistica offre un quadro promettente per questa integrazione.
Superare la dicotomia tra Scienza e Spiritualità
Il primo errore consiste nel ritenere che il progresso scientifico debba necessariamente squalificare le idee del passato e i modi precedenti di vedere il mondo. Questo atteggiamento riduzionista ignora il valore delle intuizioni spirituali e filosofiche che hanno guidato l’umanità per millenni. Un nuovo paradigma dovrebbe riconoscere che entrambe le prospettive, scientifica e spirituale, offrono contributi validi e complementari alla nostra comprensione dell’universo.
La Fisica Quantistica come ponte
La fisica quantistica, con i suoi concetti di entanglement, sovrapposizione e non località, ci offre un nuovo modo di vedere la realtà, in cui le distinzioni tra materia ed energia, tra osservatore e osservato, diventano sfumate. Questo approccio può servire da ponte tra la scienza e la spiritualità, suggerendo che la realtà è molto più complessa e interconnessa di quanto la fisica classica ci abbia fatto credere.
Una nuova metafora: l’Oceano e le Onde
Immaginiamo la realtà come un vasto oceano. La fisica classica ci ha insegnato a studiare le onde sulla superficie dell’oceano come entità separate e discrete. La fisica quantistica, invece, ci mostra che queste onde sono manifestazioni di un’unica realtà sottostante, l’oceano stesso. Le onde rappresentano i fenomeni fisici, mentre l’oceano rappresenta il campo unificato di energia e informazioni da cui tutto emerge.
L’importanza di un approccio integrativo
Così come sarebbe sbagliato studiare solo le onde senza considerare l’oceano, sarebbe altrettanto sbagliato ignorare l’oceano concentrandosi solo sulle onde. La scienza tradizionale ha spesso trascurato la dimensione profonda e unificante dell’oceano, mentre la spiritualità ci invita a immergerci in questa dimensione per comprendere la natura interconnessa di tutte le cose.
Concludendo, l’integrazione della scienza e della spiritualità in un nuovo modello di pensiero, ispirato dalla fisica quantistica, non solo risolverà i due errori interdipendenti discussi, ma aprirà anche nuove strade per la comprensione della realtà e del nostro posto in essa. Questo paradigma riconosce l’importanza di studiare sia le onde che l’oceano, cercando di comprendere non solo i fenomeni superficiali, ma anche la profonda unità che li sostiene e li collega. Distinguendosi per il suo interesse nel comprendere e integrare esperienze che vanno oltre l’ordinaria identità personale o egoica, esplorando stati di coscienza superiori, esperienze di picco, e il potenziale umano per la crescita e la trasformazione spirituale.