di Shabbat Menkaura

Il Perek Shirah (“Capitolo del Canto” o “Cantico della Creazione”) rappresenta uno dei più antichi testi della tradizione culturale ebraica. Esistono un certo numero di versioni (sono giunti a noi più di cento manoscritti, i più antichi dei quali risalenti presumibilmente al decimo secolo) riconducibili alle tre tradizioni: orientale-italiana o mizrahi, sefardita e askenazita. Fu stampato per la prima volta a Venezia, in edizione commentata, nella Bet Elohim di Mosè ben Joseph da Trani (1576). Contiene 85 sezioni, in ognuna delle quali elementi della creazione, che iniziano con il celeste e terminano con i cani, usano versetti biblici e rabbinici per cantare le lodi di Dio. L’uso del Perek Shirah era prevalente nella liturgia quotidiana e il filosofo medievale Joseph Albo scrisse che a chiunque lo recitasse è garantito un posto nel mondo a venire.
Sebbene Perek Shirah significhi “Capitolo del Canto”, il libro è in realtà organizzato in sei capitoli come i giorni della Creazione. La struttura è quella di un midrash e la narrazione si muove agilmente e liberamente seguendo il fil rouge rappresentato dall’armonia della Creazione che canta le lodi del suo Creatore.
Offriamo ai nostri lettori l’unica traduzione in italiano dell’opera a cura di Shabbat Menkaura.
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